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Grafica e comunicazione

Botte in testa, mance, elezioni e lezioni

Javier Cercas mi ha recentemente ricordato la teoria della mancia di Raimondo Lullo. Secondo la semplice e solo apparentemente paradossale intuizione del filosofo catalano, in questa vita tutto ciò che non è catastrofe è una mancia. Cercas fa due esempi pratici: giriamo la chiave e la macchina parte: mancia; facciamo lezione e qualcuno ascolta: mancia (Cercas è sia guidatore d'auto che insegnante e le due questioni devono stargli particolarmente a cuore). È una teoria per pessimisti, evidentemente. L'ottimista parte da presupposti contrari, crede che ci troviamo qui per essere felici, perció che la macchina parta e che qualcuno ci ascolti rappresenta solo una minima base indiscutibile, spettante di diritto. Altro che mancia. Perció per l'ottimista restare in panne o inascoltato rappresenta un affronto alla persona, e sarà motivo di abbattimento morale (andando contro diritti ritenuti acquisiti a priori). Perciò il pessimista, che pensa che ci troviamo qui per evitare tutte le innumerevoli catastrofi possibili, vive fondamentalmente sereno nella sua sana umiltà. L'ottimista, tendenzialmente pieno di sé e dei suoi diritti, sarà invece perennemente inquieto, spesso demoralizzato e a rischio depressione. 

Da questa prospettiva lulliana della mancia mi sono mosso ad analizzare le recenti elezioni politiche, per cercare di consolarmi; finendo peró per convincermi che, pur aspettandomi preventivamente un bel colpo in testa specie in considerazione di un'assurda legge elettorale, il colpo l'ho comunque subito. E piuttosto forte. 

Prima delle elezioni mi ero dato pena di informarmi rispetto ai programmi dei partiti o movimenti (oggi pare opportuno fare di queste distinzioni), quanto meno riguardo ai punti per me salienti, ricavandone infine una sola conseguenza: che al movimento emergente non potevo certo votarmi: movimento grandioso nel distruggere ma farraginoso nel costruire, quantomeno su carta e preventivamente (e d'altronde che altro pretendere da chi considera il "tutti a casa" una sorta di teleologia?). Dei tre principali partiti (movimenti) era poi ovviamente da escludere, al di là dei programmi vergati per l'occasione, quello che ha governato per quasi 8 anni su 10 nell'ultimo decennio. Anche a prescindere dalla qualità del suo leader, dato che il voto in democrazia consiste (anche) nel giudicare ciò che è stato fatto, non c'erano dubbi che fosse opportuno valutare alternative. Sono andato per esclusione, quindi.

Ho pensato di aver fatto quel che è normale prima d'ogni consultazione elettorale, e che ogni cittadino ragionevole si perita di fare, e ho preso una decisione in merito. Ho pensato di aver semplicemente svolto una elementare equazione che la maggioranza dei miei compatrioti avrebbe senz'altro svolto da sé. Ho tracciato la croce e pensato: "e ora governate, tra un po' d'anni vedremo...".

Da qui si capisce facilmente perché all'indomani delle elezioni abbia subìto amaramente gli esiti, e la relativa conclamata ingovernabilità, come una botta in testa: il mio ottimismo nell'occasione è stato patetico, finanche commovente. Pretendere che l'italiano medio (o la maggioranza degli italiani) legga i programmi elettorali e non li consideri carta straccia, àncori la politica ai fatti e non alle promesse, che adotti quindi la razionalità piuttosto che l'ideologia... è più o meno come pretendere che alla mattina l'auto non solo parta al primo colpo, ma che sia, d'incanto, sempre l'ultimo modello fuoriserie disponibile sul mercato mondiale, nuova fiammante (e a gratis). La mia è stata una sfacciataggine volgare, lo ammetto. Ed è giusto che col mio ottimismo pieno di sé, debba ora soffrire e inquietarmi per le sorti del mio paese.

In questo lasso di tempo abbiamo vissuto molte altre vicende, d'altra portata; alcune come puri affronti (pur aspettandoci sempre il peggio), altre come mance. Tra i primi, ovvero gli affronti, ci metto i sussulti fatti di inferenze, spacciate per dati di fatto irrefutabili, di un foglio di giornale contro il nostro Mario Cipollini; inferenze a cui abbiamo risposto indirettamente con questa pagina pubblicitaria, resa sobria ed elegante solo grazie a un prodotto davvero senza paragoni, che parla da sé. Tra le seconde, le mance, due lavori, tra i molti realizzati in questo scorcio di 2013, particolarmente simpatici perché svolti per due belle persone. Il primo tratta della nuova immagine coordinata e del nuovo sito internet del ristorante storico di Jesolo: da Guido di Andrea Fasan (che interpreta il suo lavoro con enorme passione, sincerità e sensibilità). Il secondo riguarda l'immagine della Granfondo 2013 del mitico Cannibale, l'unico, il più grande di sempre: Eddy Merckx (che chiama i cicloamatori a raccolta nelle terre del veronese). 

Tra le mance cospicue e immeritate ricevute di questi tempi mi piace infine ricordare l'esperienza vissuta al Master della cucina Italiana. Qui c'è poco da dire: quando ti trovi davanti ragazzi belli, svegli e preparati, determinati e volitivi, che ascoltano con attenzione spasmodica e spirito critico per 4 ore consecutive (per 3 volte in due settimane per un totale di 12 ore) un tizio che si affanna a parlare, pur con passione, di pensiero filosofico, di dialettica, di etica e di estetica, di bellezza, creativitá, arte, poesia... be', non si può non aver fiducia nel futuro, non si può non sperare. Non si può non essere ottimisti. Ops, pardon: pessimisti.

12/03/2013 Filippo Maglione